tag:blogger.com,1999:blog-74190090962111955612024-03-13T11:31:41.855+01:00EcologicaLmenteLa dimensione locale è il luogo per sperimentare idee sulla sostenibilità.Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.comBlogger72125tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-74345400171032887492020-10-06T21:44:00.006+02:002020-10-06T21:44:59.711+02:00Auto elettrica<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Un'auto elettrica fa sempre colpo, soprattutto se parcheggiata sotto casa (peccato non sia la mia)! Ecco la Zoe, un'ottima city car, full electric. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La ricerca sulle batterie per auto elettriche deve ancora migliorare molto, ma sono stati fatti passi da gigante negli anni e per ora abbiamo a disposizione sul mercato delle buone opzioni. Certo, il prezzo non è competitivo, ma l'investimento iniziale viene compensato dal minor costo di ricarica. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-JldUkQcq2Fc/X3zHhJHV3AI/AAAAAAAAFDM/TqU9-B0q46s5sWDO-QQBAm5bdc1RBNkLACPcBGAsYHg/s4640/IMG_20201006_094354.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4640" data-original-width="3472" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-JldUkQcq2Fc/X3zHhJHV3AI/AAAAAAAAFDM/TqU9-B0q46s5sWDO-QQBAm5bdc1RBNkLACPcBGAsYHg/s320/IMG_20201006_094354.jpg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-k5HMtWk6odA/X3zHhCTFjBI/AAAAAAAAFDM/lXFA8IC40D4NpohwHXhXM0ofVNSMqnJSACPcBGAsYHg/s4640/IMG_20201006_094344.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3472" data-original-width="4640" src="https://1.bp.blogspot.com/-k5HMtWk6odA/X3zHhCTFjBI/AAAAAAAAFDM/lXFA8IC40D4NpohwHXhXM0ofVNSMqnJSACPcBGAsYHg/s320/IMG_20201006_094344.jpg" width="320" /></a></div><br /><span style="font-size: x-small;">Nota: <span style="text-align: justify;">Non faccio pubblicità a una casa automobilistica piuttosto che a un'altra, non vengo pagata. Ci tengo solo a promuovere la mobilità elettrica!</span></span><p></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-84188122299923428022020-09-10T15:18:00.001+02:002020-09-10T15:18:31.318+02:00La natura è in declino, le specie in estinzione aumentano. Il Rapporto di IPBESEcco la traduzione di un <a href="https://ipbes.net/news/Media-Release-Global-Assessment">importante articolo relativo al Report di IPBES </a>che mette in luce i rischi molto prossimi di estinzione e degradazione di numerosi habitat ed ecosistemi.<br /><br /><br /><div style="text-align: justify;"><b>Pericoloso declino della natura "senza precedenti"; </b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-weight: 700;"><br /></span></div><span style="font-weight: bold;"><div style="text-align: justify;">Tassi di estinzione delle specie "in accelerazione"; </div></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><span style="font-weight: bold;"><div style="text-align: justify;">L'attuale risposta globale è insufficiente;</div></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><span style="font-weight: bold;"><div style="text-align: justify;">"Cambiamenti trasformativi" necessari per ripristinare e proteggere la natura;</div></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><span style="font-weight: bold;"><div style="text-align: justify;">L'opposizione da parte degli interessi acquisiti può essere superata per il bene pubblico;</div></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><span style="font-weight: bold;"><div style="text-align: justify;">La valutazione più completa nel suo genere; </div></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><span style="font-weight: bold;"><div style="text-align: justify;">1.000.000 di specie minacciate di estinzione.</div></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La natura si sta degradando a livello globale a tassi senza precedenti nella storia umana - e il tasso di estinzioni delle specie sta accelerando, con gravi ripercussioni sulle persone in tutto il mondo, avverte un nuovo importante report della IPBES, la cui sintesi è stata approvata durante la settima sessione della Plenaria IPBES, riunitasi tra il 29 aprile e il 4 maggio a Parigi. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">"La prova incontestabile dell’IPBES Global Assessment, da una vasta gamma di diversi campi di conoscenza, presenta un quadro inquietante", ha detto il presidente di IPBES, Sir Robert Watson. “La salute degli ecosistemi da cui dipendiamo noi e tutte le altre specie si sta deteriorando più rapidamente che mai. Stiamo erodendo le fondamenta stesse delle nostre economie, dei nostri mezzi di sussistenza, della sicurezza alimentare, della salute e della qualità della vita in tutto il mondo". </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">"Il Rapporto ci dice anche che non è troppo tardi per fare la differenza, ma solo se iniziamo ora a tutti i livelli, dal locale al globale", ha detto. "Attraverso un ‘cambiamento trasformativo’ la natura può ancora essere conservata, ripristinata e utilizzata in modo sostenibile: questa è anche la chiave per raggiungere la maggior parte degli altri obiettivi globali. Per cambiamento trasformativo, intendiamo una riorganizzazione fondamentale a livello di sistema attraverso fattori tecnologici, economici e sociali, inclusi paradigmi, obiettivi e valori". </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">"Gli Stati membri della Plenaria IPBES hanno ora riconosciuto che, per sua stessa natura, il cambiamento trasformativo può incontrare l'opposizione di coloro con interessi investiti nello status quo, ma anche che tale opposizione può essere superata per il più ampio bene pubblico", ha detto Watson. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’IPBES Global Assessment Report su Biodiversità e Servizi ecosistemici è il più completo mai completato. È il primo rapporto intergovernativo del suo genere e si basa sulla storica Millennium Ecosystem Assessment (valutazione dell'ecosistema del millennio) del 2005, introducendo metodi innovativi di valutazione delle prove. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Compilato da 145 autori esperti provenienti da 50 paesi negli ultimi tre anni, con input di altri 310 autori che hanno contribuito, il Rapporto valuta i cambiamenti negli ultimi cinque decenni, fornendo un quadro completo della relazione tra i percorsi di sviluppo economico e il loro impatto sulla natura. Offre inoltre una serie di possibili scenari per i prossimi decenni. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sulla base della revisione sistematica di circa 15.000 fonti scientifiche e governative, il Rapporto attinge anche (per la prima volta in assoluto su questa scala) alla conoscenza indigena e locale, affrontando in particolare questioni rilevanti per le popolazioni indigene e le comunità locali. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">"La biodiversità e il contributo della natura alle persone sono il nostro patrimonio comune e la più importante ‘rete di sicurezza’ di sostegno alla vita dell'umanità. Ma la nostra rete di sicurezza è tesa quasi fino al punto di rottura", ha detto la Prof. Sandra Díaz (Argentina), che ha co-presieduto l'Assessment con il Prof. Josef Settele (Germania) e il Prof. Eduardo S. Brondízio (Brasile e USA). "La diversità all'interno delle specie, tra le specie e degli ecosistemi, così come molti contributi fondamentali che deriviamo dalla natura, stanno diminuendo rapidamente, anche se abbiamo ancora i mezzi per garantire un futuro sostenibile per le persone e il pianeta". </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il Rapporto rileva che circa 1 milione di specie animali e vegetali sono ora minacciate di estinzione, molte delle quali entro pochi decenni, più che mai nella storia umana. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L'abbondanza media di specie autoctone nella maggior parte dei principali habitat terrestri è diminuita di almeno il 20%, soprattutto dal 1900. Più del 40% delle specie di anfibi, quasi il 33% dei coralli che formano la barriera corallina e più di un terzo di tutti i mammiferi marini sono minacciati. Il quadro è meno chiaro per le specie di insetti, ma le prove disponibili supportano una stima provvisoria che il 10% sia minacciato. Almeno 680 specie di vertebrati erano state portate all'estinzione dal XVI secolo e oltre il 9% di tutte le razze addomesticate di mammiferi utilizzate per l'alimentazione e l'agricoltura si era estinto entro il 2016, con almeno altre 1.000 razze ancora minacciate. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">“Gli ecosistemi, le specie, le popolazioni selvatiche, le varietà locali e le razze di piante e animali addomesticate si stanno riducendo, deteriorando o svanendo. La rete essenziale e interconnessa della vita sulla Terra sta diventando sempre più piccola e sempre più sfilacciata", ha affermato il Prof. Settele. "Questa perdita è un risultato diretto dell'attività umana e costituisce una minaccia diretta al benessere umano in tutte le regioni del mondo". </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Per aumentare la rilevanza politica del Rapporto, gli autori della valutazione hanno classificato, per la prima volta su questa scala e sulla base di un'analisi approfondita delle evidenze disponibili, i cinque driver diretti del cambiamento in natura con i maggiori impatti globali relativi finora. Questi colpevoli sono, in ordine decrescente: (1) cambiamenti nell'uso della terra e del mare; (2) sfruttamento diretto degli organismi; (3) cambiamento climatico; (4) inquinamento e (5) specie esotiche invasive. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il Rapporto rileva che, dal 1980, le emissioni di gas serra sono raddoppiate, aumentando la temperatura media globale di almeno 0,7 gradi Celsius - con il cambiamento climatico che già impatta la natura dal livello degli ecosistemi a quello della genetica - impatti che si prevede aumenteranno nei prossimi decenni, in alcuni casi superando l'impatto del cambiamento nell'uso del suolo e del mare e altri fattori. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nonostante i progressi compiuti nella conservazione della natura e nell'attuazione delle politiche, il Rapporto rileva inoltre che gli obiettivi globali per la conservazione e l'utilizzo sostenibile della natura e il raggiungimento della sostenibilità non possono essere raggiunti dalle traiettorie attuali e gli obiettivi per il 2030 e oltre possono essere raggiunti solo attraverso cambiamenti trasformativi in ambito economico, sociale, politico e tecnologico. Con buoni progressi sui componenti di solo quattro dei 20 obiettivi di biodiversità di Aichi (Aichi Biodiversity Targets), è probabile che la maggior parte verrà persa entro la scadenza del 2020. Le attuali tendenze negative nella biodiversità e negli ecosistemi mineranno i progressi verso l'80% (35 su 44) dei target valutati degli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals), relativi a povertà, fame, salute, acqua, città, clima, oceani e terra (OSS 1, 2, 3, 6, 11, 13, 14 e 15). La perdita di biodiversità si è quindi dimostrata non solo una questione ambientale, ma anche una questione di sviluppo, economica, di sicurezza, sociale e morale. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">"Per comprendere meglio e, cosa più importante, per affrontare le principali cause di danno alla biodiversità e ai contributi della natura alle persone, dobbiamo comprendere la storia e l'interconnessione globale di complessi fattori di cambiamento demografici ed economici indiretti, nonché i valori sociali che li sorreggono", ha detto il Prof. Brondízio. “I fattori chiave indiretti includono l'aumento della popolazione e del consumo pro capite; l’innovazione tecnologica, che in alcuni casi ha abbassato e in altri casi ha aumentato i danni alla natura; e, soprattutto, le questioni di governance e responsabilità. Un modello che emerge è quello dell'interconnettività globale e del "telecoupling", con l'estrazione e la produzione di risorse che si verificano spesso in una parte del mondo per soddisfare le esigenze di consumatori lontani in altre regioni ". </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Altri risultati degni di nota del Rapporto includono [1]: </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">• Tre quarti dell'ambiente terrestre e circa il 66% dell'ambiente marino sono stati significativamente alterati dalle azioni umane. In media queste tendenze sono state meno gravi o evitate nelle aree detenute o gestite da popolazioni indigene e comunità locali. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">• Più di un terzo della superficie terrestre mondiale e quasi il 75% delle risorse di acqua dolce sono ora destinate alla produzione agricola o di bestiame. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">• Il valore della produzione agricola è aumentato di circa il 300% dal 1970, il raccolto di legname grezzo è aumentato del 45% e circa 60 miliardi di tonnellate di risorse rinnovabili e non rinnovabili vengono ora estratte a livello globale ogni anno, quasi il doppio rispetto al 1980. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">• Il degrado del suolo ha ridotto la produttività del 23% della superficie terrestre globale, fino a 577 miliardi di dollari di colture globali annuali sono a rischio per la perdita di impollinatori e 100-300 milioni di persone sono a maggior rischio di inondazioni e uragani a causa della perdita degli habitat e della protezione delle coste. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">• Nel 2015, il 33% degli stock ittici marini veniva raccolto a livelli insostenibili; il 60% è stato pescato in modo sostenibile al massimo, e solo il 7% a livelli inferiori a quelli che possono essere pescati in modo sostenibile. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">• Le aree urbane sono più che raddoppiate dal 1992. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">• L'inquinamento da plastica è decuplicato dal 1980, 300-400 milioni di tonnellate di metalli pesanti, solventi, fanghi tossici e altri rifiuti da impianti industriali vengono scaricati ogni anno nelle acque del mondo e i fertilizzanti che entrano negli ecosistemi costieri hanno prodotto più di 400 ‘zone oceaniche morte’, per un totale di oltre 245.000 km2 (591-595), un'area complessiva maggiore di quella del Regno Unito. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">• Le tendenze negative in natura continueranno fino al 2050 e oltre in tutti gli scenari politici esplorati nel Rapporto, ad eccezione di quelli che includono cambiamenti trasformativi, a causa degli impatti previsti dell'aumento del cambiamento nell'uso del suolo, dello sfruttamento degli organismi e del cambiamento climatico, sebbene con differenze significative tra le regioni. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il Rapporto presenta anche un'ampia gamma di azioni illustrative per la sostenibilità e percorsi per realizzarle attraverso e tra settori quali agricoltura, silvicoltura, sistemi marini, sistemi di acqua dolce, aree urbane, energia, finanza e molti altri. Sottolinea l'importanza, tra l'altro, di adottare una gestione integrata e approcci intersettoriali che tengano conto dei compromessi tra produzione di cibo ed energia, infrastrutture, gestione delle acque dolci e costiere e conservazione della biodiversità. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Identificato anche come elemento chiave di politiche future più sostenibili è l'evoluzione dei sistemi finanziari ed economici globali per costruire un'economia globale sostenibile, allontanandosi dall'attuale paradigma limitato della crescita economica. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">"IPBES presenta ai decisori la scienza, la conoscenza e le opzioni politiche autorevoli per la loro considerazione", ha affermato la segretaria esecutiva IPBES, Dr. Anne Larigauderie. "Ringraziamo le centinaia di esperti, da tutto il mondo, che hanno messo a disposizione il loro tempo e le loro conoscenze per aiutare ad affrontare la perdita di specie, ecosistemi e diversità genetica, una minaccia realmente globale e generazionale al benessere umano". </div><div style="text-align: justify;"><br /></div> <div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;">[1] Maggiori dettagli su un'ampia gamma di altri risultati sono inclusi nella sezione "Ulteriori informazioni".</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div> Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-44654274548730206622020-08-19T17:28:00.002+02:002020-08-19T17:28:35.180+02:00<div style="text-align: justify;">Nel mio ultimo post ho tradotto un articolo del IPBES, consigliato da Luca Mercalli. L'IPBES, "Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services", è un'organizzazione intergovernativa che favorisce la relazione tra scienza e politica per quanto riguarda la biodiversità e i servizi ecosistemici. Come specificato sul <a href="https://ipbes.net/about">sito </a>si pone l'obiettivo di conservare e sfruttare in modo sostenibile la biodiversità, il benessere umano a lungo termine e lo sviluppo sostenibile ("for the conservation and sustainable use of biodiversity, long-term human well-being and sustainable development"). </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-4l9HBVmbw94/Xz1EFKsXGpI/AAAAAAAAEww/-b5VjsaFwVk6JvpLlOXwa6cNXB--5yWyACLcBGAsYHQ/s225/ipbes.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="225" src="https://1.bp.blogspot.com/-4l9HBVmbw94/Xz1EFKsXGpI/AAAAAAAAEww/-b5VjsaFwVk6JvpLlOXwa6cNXB--5yWyACLcBGAsYHQ/s0/ipbes.jpg" /></a></div><div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;">Ho dunque considerato la possibilità di tradurre altri articoli (o almeno le parti più interessanti) di questo ente e di pubblicarli qui per la curiosità di tutti, poiché trovo che possano portare un valore aggiunto.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div></div></div>Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-69442745840339449192020-08-16T22:47:00.001+02:002020-08-16T22:48:24.071+02:00IPBES Expert Guest Article<p><span style="text-align: justify;">Traduzione dell'<a href="https://ipbes.net/covid19stimulus">articolo originale</a> "</span><span style="text-align: justify;"><span lang="EN-US">IPBES Guest Article: COVID-19 Stimulus Measures
Must Save Lives, Protect Livelihoods, and Safeguard Nature to Reduce the Risk
of Future Pandemics"</span></span></p><p><span style="text-align: justify;"><span lang="EN-US"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span lang="EN-US"><o:p></o:p></span></p><p><b style="text-align: justify;">Le misure di stimolo per il COVID-19
devono salvare vite, proteggere i mezzi di sussistenza e salvaguardare la
natura per ridurre il rischio di future pandemie</b></p>
<p><span style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;">IPBES Expert Guest Article a cura dei Professori Josef Settele, Sandra Díaz e Eduardo Brondizio [1] e Dr. Peter Daszak [2], del 27 April 2020</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">C'è una sola specie responsabile
della pandemia di COVID-19: noi. Come per le crisi climatiche e della
biodiversità, le recenti pandemie sono una conseguenza diretta dell'attività
umana, in particolare i nostri sistemi finanziari ed economici globali, basati
su un paradigma limitato che premia la crescita economica ad ogni costo. Nel superare
le sfide della crisi attuale, abbiamo una piccola finestra di opportunità, per
evitare di gettare i semi di quelle future.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Malattie come il COVID-19 sono
causate da microrganismi che infettano il nostro corpo – oltre il 70% di tutte
le patologie emergenti che colpiscono gli umani hanno avuto origine dalla fauna
selvatica e dagli animali domestici. Le pandemie, tuttavia, sono causate da
attività che mettono in contatto diretto un numero crescente di persone e
spesso entrano in conflitto con gli animali portatori di questi agenti
patogeni.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">La deforestazione dilagante,
l'espansione incontrollata dell'agricoltura, le coltivazioni intensive, l'estrazione
mineraria e lo sviluppo delle infrastrutture, nonché lo sfruttamento delle
specie selvatiche, hanno creato una “tempesta perfetta” per la
diffusione di malattie dalla fauna selvatica alle persone. Ciò si verifica
spesso nelle aree in cui vivono le comunità più vulnerabili alle malattie
infettive.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Le nostre azioni hanno avuto un
impatto significativo su più di tre quarti della superficie terrestre,
distrutto oltre l'85% delle zone umide e dedicato più di un terzo di tutta la
terra e quasi il 75% dell'acqua dolce disponibile ai raccolti e alla produzione
di bestiame.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Si aggiunga a questo il commercio
non regolamentato di animali selvatici e la crescita esplosiva dei viaggi aerei
globali, e diventa chiaro come un virus che una volta circolava in modo innocuo
tra una specie di pipistrelli nel sud-est asiatico ha ora infettato quasi 3
milioni di persone, portato indicibili sofferenze umane e fermato economie e
società in tutto il mondo. Questa è la mano umana nell'emergere di una
pandemia.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Eppure questo potrebbe essere
solo l'inizio. Sebbene le malattie da animale a uomo già causino circa 700.000
decessi ogni anno, il potenziale di future pandemie è vasto. Si ritiene che
fino a 1,7 milioni di virus non identificati che potrebbero infettare le
persone, esistano ancora nei mammiferi e negli uccelli acquatici. Ognuna di
queste potrebbe essere la prossima “Malattia X”, potenzialmente ancora più
distruttiva e letale del COVID-19.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">È probabile che le future
pandemie si verifichino più frequentemente, si diffondano più rapidamente,
abbiano un maggiore impatto economico e uccidano più persone se non siamo
estremamente attenti ai possibili impatti delle scelte che facciamo oggi.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Nell’immediato dobbiamo garantire
che le azioni intraprese per ridurre gli impatti dell'attuale pandemia non
stiano amplificando di per sé i rischi di future epidemie e crisi. Ci sono tre
importanti considerazioni che dovrebbero essere centrali per la ripresa
multimiliardaria e i piani di stimolo economico già in corso di attuazione.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">In primo luogo, dobbiamo
garantire il rafforzamento e l'applicazione delle normative ambientali – e
implementare solo pacchetti di stimolo che offrano incentivi per attività più
sostenibili e positive per la natura. Potrebbe essere politicamente vantaggioso,
in questo momento, allentare gli standard ambientali e sostenere industrie come
l'agricoltura intensiva, i trasporti di lunga distanza come le compagnie aeree
e i settori energetici dipendenti dai combustibili fossili, ma farlo senza
richiedere cambiamenti urgenti e fondamentali, essenzialmente sovvenziona
l'emergere di future pandemie.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">In secondo luogo, dovremmo
adottare un approccio “One Health” a tutti i livelli del processo decisionale –
dal globale al più locale – riconoscendo le complesse interconnessioni tra la
salute delle persone, degli animali, delle piante e l’ambiente condiviso. I
dipartimenti forestali, ad esempio, stabiliscono di solito politiche relative
alla deforestazione e i profitti vanno in gran parte al settore privato, ma
sono i sistemi sanitari pubblici e le comunità locali che spesso pagano il
prezzo dei focolai delle malattie che ne derivano. Un approccio “One Health”
garantirebbe che vengano prese decisioni migliori che tengono conto dei costi e
delle conseguenze a lungo termine delle azioni di sviluppo, per le persone e la
natura.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Terzo, dobbiamo finanziare e
fornire risorse adeguate ai sistemi sanitari e incentivare un cambiamento comportamentale nelle prime linee del rischio pandemico. Ciò significa mobilitare
finanziamenti internazionali per costruire capacità sanitarie nei punti critici
delle malattie emergenti, come le cliniche; programmi di sorveglianza,
specialmente in collaborazione con le popolazioni indigene e le comunità
locali; indagini sul rischio comportamentale; e programmi di intervento
specifici. Questo implica anche l'offerta di alternative praticabili e
sostenibili alle attività economiche ad alto rischio e la protezione della
salute dei più vulnerabili. Non è semplice altruismo: è un investimento vitale
nell'interesse di tutti per prevenire future epidemie globali.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Forse la cosa più importante,
abbiamo bisogno di un cambiamento trasformativo, quello evidenziato lo scorso
anno nel <a href="https://ipbes.net/news/Media-Release-Global-Assessment">rapporto di valutazione globale IPBES </a>(che ha rilevato che un
milione di specie di piante e animali sono a rischio di estinzione nei prossimi
decenni): fondamentale riorganizzazione a livello sistemico attraverso fattori
economici, tecnologici e sociali, inclusi paradigmi, obiettivi e valori,
promozione delle responsabilità sociali e ambientali in tutti i settori. Per
quanto scoraggiante e costoso possa sembrare, impallidisce in confronto al
prezzo che stiamo già pagando.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Rispondere alla crisi del
COVID-19 richiede a tutti noi di confrontarci con gli interessi acquisiti che
si oppongono al cambiamento trasformativo e di porre fine al “business as usual”.
Possiamo ricostruire meglio ed uscire dalla crisi attuale più forti e più
resilienti che mai, ma farlo significa scegliere politiche e azioni che
proteggano la natura, in modo che la natura possa aiutarci a proteggerci.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Richieste e interviste:
media@ipbes.net<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i>Nota: l’articolo di cui sopra <b>non</b>
è una produzione ufficiale dell’IPBES, ma dei quattro autori che sono i
principali esperti globali a pieno titolo, che si basano sui risultati dei
rapporti di valutazione IPBES approvati. Sono attualmente in corso tre
valutazioni IPBES con rilevanza diretta per l’attuale crisi e le future pandemie:
una valutazione sull’uso sostenibile delle specie selvatiche; un altro sulle
specie aliene invasive e uno sui diversi modi di intendere i valori plurali
della natura. È anche iniziato da poco un lavoro per definire una nuova nexus assessment
IPBES sulle interconnessioni tra biodiversità, acqua, cibo e salute nel
contesto del cambiamento climatico.<o:p></o:p></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">[1] Copresidenti del Rapporto di
valutazione globale IPBES 2019 sulla biodiversità e i servizi di ecosistema,
che hanno rilevato, tra l'altro, che 1 milione di specie di piante e animali
sono a rischio di estinzione entro qualche decennio.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">[2] Presidente di EcoHealth
Alliance ed esperto per la nuova nexus assessment IPBES sui legami tra
biodiversità, salute e cibo.<o:p></o:p></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-83235944404349471422020-06-18T15:27:00.001+02:002020-06-18T15:27:50.934+02:00"Ecco perchè l’ambiente è più importante della salute" di Luca Mercalli<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Ci tengo a condividere un <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/06/10/ecco-perche-lambiente-e-piu-importante-della-salute/5830784/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=fatto-for-future&utm_term=2020-06-16">articolo</a>, scritto da una persona che stimo molto e che dice cose in cui credo profondamente. </div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Questa pandemia ci sta insegnando parecchie cose, prima tra tutte la necessità di non tornare alla normalità precedente, ma di cambiare rotta e di preservare, oltre alla nostra salute, anche il pianeta su cui viviamo, perché solo così possiamo davvero vivere una vita sana.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="social-article-wrapper" style="-webkit-box-align: center; align-items: center; background-color: white; border-bottom-color: rgb(242, 242, 242); border-bottom-style: solid; border-image: initial; border-left-color: initial; border-left-style: initial; border-right-color: initial; border-right-style: initial; border-top-color: rgb(242, 242, 242); border-top-style: solid; border-width: 1px 0px; box-sizing: inherit; display: flex; flex-wrap: wrap; font-family: "Playfair Display", serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0.9375rem 0px; padding: 0.9375rem 0px; vertical-align: baseline;">
<div class="wrapper-info-article" style="-webkit-box-flex: 1; border: 0px; box-sizing: inherit; color: rgba(0, 0, 0, 0.4); flex: 1 1 0%; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: 1.25rem; margin: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: x-small;">di <span style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Luca Mercalli</span> <span class="date" style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: "TT Norms Pro Medium", sans-serif; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px 0px 0px 0.3125rem; text-transform: uppercase; vertical-align: baseline;">| 10 GIUGNO 2020</span></span></div>
<ul class="item-info-share" comments-identifier="5830784" style="-webkit-box-pack: end; border: 0px; box-sizing: inherit; display: flex; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; justify-content: flex-end; line-height: inherit; list-style: none; margin: 0px 1.875rem 0px 0px; padding: 0px; position: relative; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<li class="bookmark" data-color="" data-selected="false" data-type="" style="border: 0px; box-sizing: inherit; color: rgba(0, 0, 0, 0.4); font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0.3125rem; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline;"><a aria-label="icon bookmark" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/06/10/ecco-perche-lambiente-e-piu-importante-della-salute/5830784/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=fatto-for-future&utm_term=2020-06-16#" style="border: 0px; box-sizing: inherit; display: block; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px 5px 0px 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;"><span style="font-size: x-small;"><span class="icon-bookmark" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: iconifq !important; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 1; margin: 0px; padding: 0px; speak: none; vertical-align: baseline;"></span></span></a></li>
<li class="share-count-item" data-count-share="" style="border: 0px; box-sizing: inherit; color: rgba(0, 0, 0, 0.4); font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0.3125rem; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline;"><a aria-label="icon share" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/06/10/ecco-perche-lambiente-e-piu-importante-della-salute/5830784/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=fatto-for-future&utm_term=2020-06-16#" style="border: 0px; box-sizing: inherit; display: block; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px 5px 0px 0px; pointer-events: none; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;"><span style="font-size: x-small;"><span class="icon-share" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: iconifq !important; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 1; margin: 0px; padding: 0px; speak: none; vertical-align: baseline;"></span></span></a></li>
<li class="comments-count-item" data-count-comments="" style="border: 0px; box-sizing: inherit; color: rgba(0, 0, 0, 0.4); font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0.3125rem 0px 0.3125rem 0.3125rem; padding: 0px; position: relative; vertical-align: baseline;"><a aria-label="icon comment" href="https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/06/10/ecco-perche-lambiente-e-piu-importante-della-salute/5830784/#cComments" style="border: 0px; box-sizing: inherit; display: block; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px 5px 0px 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;"><span style="font-size: x-small;"><span class="icon-comment" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: iconifq !important; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 1; margin: 0px; padding: 0px; speak: none; vertical-align: baseline;"></span></span></a></li>
</ul>
</div>
<section class="article-body" id="article-body-5830784" style="background-color: white; border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: Georgia, serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: 1.8125rem; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><div style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; line-height: 1.75rem; margin-bottom: 0.9375rem; margin-top: 0.9375rem; max-width: 42.8125rem; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline; word-break: normal;">
<span style="border: 0px; box-sizing: inherit; color: #1d2228; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-weight: inherit;">La salute è importante? Tutti diremmo di sì. Eppure se guardiamo ai comportamenti attuali non è così, siamo in piena pandemia e c’è chi se ne frega delle mascherine e delle distanze, accorgimenti peraltro semplici da adottare, rischiando con spavalderia la propria pelle e facendola rischiare pure agli altri. L’ambiente è importante? La risposta è sfumata, diremmo “ni”. Certamente appare più lontano della salute, la salute è dentro di me, l’ambiente è un fuori da me, quindi posso assegnargli priorità inferiore. E ci sarà quindi chi indossa la mascherina ma poi la butterà per strada indifferente al danno ecologico. Questo per dire che se è già difficile avere un comportamento unanime e rispettoso delle regole per difendere il proprio essere, ancora più difficile è puntare sulle sensibilità individuali per difendere il mondo esterno. L’ambiente viene sempre dopo qualcosa. Dopo se stessi, dopo gli affari, dopo l’economia, dopo il divertimento. All’ambiente viene riservata attenzione solo se resta qualcosa da tutto quanto viene prima. E siccome siamo impegnati nell’avida corsa verso la crescita di qualsiasi cosa, soldi, auto, viaggi, aperitivi, all’ambiente non rimane nulla, anzi ogni giorno gli viene tolto un pezzo per soddisfare necessità e capricci. Lo dicono tutti gli indicatori della “grande accelerazione dell’Antropocene”, il periodo da metà Novecento che ha visto, con l’esplosione della motorizzazione petrolifera, un impressionante aumento demografico fino a sfiorare gli otto miliardi di Homo sapiens. Gli indicatori che segnano rosso sul cruscotto dell’astronave Terra sono tutti i prelievi di materie prime e tutte le emissioni di rifiuti, inclusi i gas serra che generano un inedito e pericoloso riscaldamento globale. Distratti da quotidianità che ci appaiono importanti ma non lo sono, non ci rendiamo conto che siamo i protagonisti di uno straordinario evento universale. Qualcosa che, per quanto ci è noto dall’esplorazione scientifica, non ha eguali nel tempo e nello spazio. Un pianeta dove condizioni fisiche favorevoli tre miliardi di anni fa hanno permesso la comparsa della vita, dove l’evoluzione ha generato milioni di specie tra le quali duecentomila anni fa è emerso un bipede dotato di capacità di astrazione, di linguaggio, di emozioni (amore e odio inclusi), di produzione di conoscenza scientifica e tecnologie spettacolari, la maggior parte delle quali sbocciate in un solo secolo. Tutto ciò sta però generando uno sconvolgimento di pari entità su “nostra matre terra” che come disse otto secoli fa con acuta lucidità ecologica San Francesco </span><em style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">ne sustenta e guverna</em><span style="font-weight: inherit;">. Due parole dalle implicazioni cruciali: ancora oggi sono sempre le risorse planetarie, a cominciare dalla fotosintesi clorofilliana, a rappresentare l’unica nostra fonte di sostentamento, e nello stesso tempo noi siamo governati senza se e senza ma da solenni leggi fisiche antiche quanto l’universo. Essere governati non vuol dire oppressi, vuol dire avere delle regole all’interno delle quali muoversi per ottenere benefici individuali e collettivi, senza determinare la distruzione di quel sistema. Ecco, noi abbiamo innescato la distruzione del sistema ecologico che ci sostiene, ma che – attenzione – continuerà a governarci questa volta con la dittatura dei fatti, attraverso le conseguenze delle forze naturali da noi stessi aizzate, in grado di spazzarci via dall’elenco delle specie viventi. Lo stiamo già facendo noi con altre componenti della biosfera, avendo attivato la sesta estinzione di massa, nella quale potremmo però essere inclusi. Ecco perché questo è un “momento fatale” per dirla con</span> <span style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Stefan Zweig</span>, <span style="font-weight: inherit;">una biforcazione della geostoria pericolosa, decisiva e drammatica per noi che dobbiamo scegliere se continuare la corsa al baratro del </span><em style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">business-as-usual</em><span style="font-weight: inherit;"> o imboccare il sentiero della sostenibilità ambientale a lungo termine. Ecco perché un giornale deve fare di tutto per spiegare come l’ambiente sia addirittura più importante della nostra salute. Perché l’ambiente (sano) è l’unica garanzia per la nostra stessa esistenza.</span></span></span></span></span></div>
</section></div>
</div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-25361262154428670382019-10-22T14:22:00.000+02:002019-10-22T14:22:00.471+02:00Rimpiattino, cioè la "doggy bag" all'italiana<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<ol style="margin: 0px; padding: 0px;">
<li class="testo ixText ixEven ixFull" id="ixContainer_vw_ascom_news_testo_14410" style="background-color: white; list-style-type: none; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="background-color: transparent;">Avete presente la "doggy bag"? Uscite a cena, avanzate qualcosa e il cameriere vi impacchetta i resti per portarli a casa. Ne avevo già parlato in un vecchio </span><a href="https://ecologicalmente.blogspot.com/2017/09/doggie-bag.html" style="background-color: transparent;" target="_blank">post, qui</a><span style="background-color: transparent;">.</span></li>
</ol>
<ol style="margin: 0px; padding: 0px;">Da qualche mese esiste la versione italiana, si chiama "Rimpiattino" ed è il frutto di un concorso</ol>
indetto da Fipe e Comieco in tutta Italia.<br />
<div>
<br /></div>
<div>
L'80% degli sprechi in ristoranti e locali è dato dagli avanzi che rimangono nei piatti. Ma con una soluzione bella e originale come questa si può vincere l'imbarazzo di chiedere al cameriere di portarseli via. D'altronde sono stati pagati, meglio a casa che in discarica!<br />
<br /></div>
<div>
<div>
<span style="color: #222222; font-family: "roboto" , sans-serif;"><span style="font-size: 15px;"><br /></span></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-h2GqmLG9bHU/XIubr0zpt9I/AAAAAAAAEf0/mujxqu5HSMAFtodSrlY-lzst0r_S36ETgCLcBGAs/s1600/RIMPIATTINO.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1540" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-h2GqmLG9bHU/XIubr0zpt9I/AAAAAAAAEf0/mujxqu5HSMAFtodSrlY-lzst0r_S36ETgCLcBGAs/s320/RIMPIATTINO.jpg" width="308" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="https://www.comieco.org/doggy-bag--se-avanzo-mangiatemi-/comieco-e-fipe/news/doggy-bag-all-italiana.aspx">https://www.comieco.org/doggy-bag--se-avanzo-mangiatemi-/comieco-e-fipe/news/doggy-bag-all-italiana.aspx</a></td></tr>
</tbody></table>
<div>
<span style="color: #222222; font-family: "roboto" , sans-serif;"><span style="font-size: 15px;"><br /></span></span>
<span style="color: #222222; font-family: "roboto" , sans-serif;"><span style="font-size: 15px;"><br /></span></span>
<span style="color: #222222; font-family: "roboto" , sans-serif;"><span style="font-size: 15px;"><br /></span></span></div>
</div>
</div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-27387539387362725122019-07-03T16:37:00.000+02:002019-07-03T16:37:09.605+02:00Acquisti ecologici<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Il mio bottino di oggi comprende:</div>
<div style="text-align: justify;">
- spugnette compostabili</div>
<div style="text-align: justify;">
- spugnette per piatti prodotte al 100% con materiali riciclati: la parte assorbente proviene dalla spugna di vecchi divani o poltrone, la parte verde che serve a strofinare proviene da bottiglie in PET riciclate </div>
<div style="text-align: justify;">
- guanti per lavare i piatti in gomma naturale fair trade, proveniente da piantagioni certificate FSC, vegani e biodegradabili</div>
<div style="text-align: justify;">
- l'acquisto di cui vado più orgogliosa: la carta forno compostabile. Incredbile ma vero: esiste!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-U0XKeFD6IoA/XRy7ceq2OuI/AAAAAAAAEko/OcOUHjXql489TvezalGSXeTVA-NR48VxQCLcBGAs/s1600/Acquisti%2Becologici.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1040" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-U0XKeFD6IoA/XRy7ceq2OuI/AAAAAAAAEko/OcOUHjXql489TvezalGSXeTVA-NR48VxQCLcBGAs/s400/Acquisti%2Becologici.jpg" width="258" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La carta forno è sempre stato il mio punto debole: troppo pigra per imburrare le teglie ogni volta, la uso (e riuso, ogni foglio almeno due o tre volte) da anni, ma sempre con un piccolo senso di colpa. Era ancora una delle poche fonti di rifiuti indifferenziabili della mia cucina. Ma da oggi, non più. #maipiùsenza </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Tutto questo da Sacco Matto, negozio leggero in via Braccini 64, a Torino. Vi consiglio di andarci!</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<br /></div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-26158953914582182662019-06-07T11:01:00.002+02:002019-06-07T11:02:25.221+02:00L'estate sta arrivando...<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Vacanze in vista! Chi non vede l'ora di sdraiarsi su una spiaggia per rilassarsi, abbronzarsi e... fare castelli di rifiuti! Eh sì, perché da una recente indagine di Legambiente (rapporto Beach Litter 2019) sulle spiagge italiane si trovano "968 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia" 😱</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
I rifiuti più ritrovati sono in generale pezzi di plastica e polistirolo, e poi tappi di bottiglia, mozziconi di sigarette, cotton fioc, bottigliette e stoviglie di plastica. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ma quello che si trova in spiaggia è solo una piccola parte di ciò in realtà entra nell'intero ecosistema marino. </div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-nM_4n7JbR2E/XPomSfIYC9I/AAAAAAAAEjA/dtOAH_PPCIMAteoDiOVav_K0zs1o1QDsACLcBGAs/s1600/mare%2Bplastica.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-nM_4n7JbR2E/XPomSfIYC9I/AAAAAAAAEjA/dtOAH_PPCIMAteoDiOVav_K0zs1o1QDsACLcBGAs/s320/mare%2Bplastica.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Possiamo attribuire la colpa solo in parte a una carenza dei sistemi depurativi, perché la prima buona pratica è quella di <b>non gettare i nostri rifiuti nel wc </b>(cotton fioc, assorbenti igienici ma anche i più apparentemente innocui come il filo interdentale), oltre alla più ovvia di <b>evitare di abbandonare i nostri resti sulla spiaggia</b> (possibile che non riusciamo a rinunciare ai bicchieri di plastica e sopratutto a raccoglierli?????).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-H5Ojegz4WSY/XPomUDPLp1I/AAAAAAAAEjE/wMCY46-Ld_0Z16bXAH9oaDNlaYe1dlLaACLcBGAs/s1600/seahorse.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="425" data-original-width="638" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-H5Ojegz4WSY/XPomUDPLp1I/AAAAAAAAEjE/wMCY46-Ld_0Z16bXAH9oaDNlaYe1dlLaACLcBGAs/s320/seahorse.jpg" width="320" /></a></div>
<div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quest'estate portiamo in spiaggia la voglia di rilassarci ma soprattutto il rispetto, la civiltà e le buone abidutini che ci costano poco ma valgono tanto!</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://www.envi.info/blog/2019/05/30/il-punto-sul-beach-litter-in-italia-realizzato-da-legambiente/" target="_blank">Qui</a> trovate parecchie informazioni sul Beach Litter Report e qui sotto un bel decalogo da portarsi in vacanza!</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-jcDYH9fK-PQ/XPom8Smyr1I/AAAAAAAAEjQ/T84qhAufhZUBqkRtuu7j6ZGDVZh_Q3rpwCLcBGAs/s1600/Decalogo%2Bdel%2Bmare.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1132" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-jcDYH9fK-PQ/XPom8Smyr1I/AAAAAAAAEjQ/T84qhAufhZUBqkRtuu7j6ZGDVZh_Q3rpwCLcBGAs/s640/Decalogo%2Bdel%2Bmare.jpg" width="451" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-JikEZdwSxHM/XPom8a7bNSI/AAAAAAAAEjM/3-MHuiAiHyAdxzFqp9NK5FIfiq_SbYk2gCLcBGAs/s1600/DEcalogo%2Bdel%2Bmare%2B2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: left;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1132" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-JikEZdwSxHM/XPom8a7bNSI/AAAAAAAAEjM/3-MHuiAiHyAdxzFqp9NK5FIfiq_SbYk2gCLcBGAs/s640/DEcalogo%2Bdel%2Bmare%2B2.jpg" width="451" /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-JikEZdwSxHM/XPom8a7bNSI/AAAAAAAAEjM/3-MHuiAiHyAdxzFqp9NK5FIfiq_SbYk2gCLcBGAs/s1600/DEcalogo%2Bdel%2Bmare%2B2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><br /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-JikEZdwSxHM/XPom8a7bNSI/AAAAAAAAEjM/3-MHuiAiHyAdxzFqp9NK5FIfiq_SbYk2gCLcBGAs/s1600/DEcalogo%2Bdel%2Bmare%2B2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><br /></a><a href="https://1.bp.blogspot.com/-JikEZdwSxHM/XPom8a7bNSI/AAAAAAAAEjM/3-MHuiAiHyAdxzFqp9NK5FIfiq_SbYk2gCLcBGAs/s1600/DEcalogo%2Bdel%2Bmare%2B2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><br /></a></div>
<div>
<br /></div>
</div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-5454811788367621982019-06-03T12:13:00.001+02:002019-06-03T12:13:22.674+02:00Bus elettrico in prova a Torino<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Fino a giovedì 6 giugno si può provare gratuitamente il nuovo bus elettrico in circolazione a Torino, da piazza Statuto alla Gran Madre. Si tratta solo di una sperimentazione ma speriamo diventi presto realtà per la nostra città.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/--jhQ23Brs8E/XPTymbksADI/AAAAAAAAEi0/DJFutBFwNfUy370gIniGJFN-t4bAubRywCLcBGAs/s1600/gtt_aptis.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1068" data-original-width="1600" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/--jhQ23Brs8E/XPTymbksADI/AAAAAAAAEi0/DJFutBFwNfUy370gIniGJFN-t4bAubRywCLcBGAs/s400/gtt_aptis.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Tutti i dettagli <a href="http://www.torinotoday.it/video/bus-elettrico-alstom.html?fbclid=IwAR0XwLfk_Ztadv2tH3GyK72DEEvpSgxrdRsm-BzCWtEfYCzOxUJO2tJRT4k" target="_blank">qui</a>.<br />
<br />
<br />
<br /></div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-90652861938823144672019-05-17T14:06:00.002+02:002019-05-17T14:06:41.267+02:00Piemonte Plastic Free<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Il mese scorso <a href="http://piemonte.checambia.org/articolo/piemonte-plastic-free-sogno-unire-comuni-lotta-plastica/?fbclid=IwAR3SmpV5UicDOmHai7-foYNds-v3o4rsTV8wrRhnNCVizZ2K8x0nfIdvQjA" target="_blank">Anci Giovani Piemonte ha lanciato un appello</a> indirizzato ai 1200 comuni piemontesi affinchè, insieme, si uniscano per combattere l’utilizzo della plastica.</div>
<div style="text-align: justify;">
Circola ormai da tempo la notizia che l’Unione Europea metterà in atto a partire dal 2021 restrizioni alla commercializzazione e all'utilizzo di oggetti monouso in plastica. Perché non anticipare queste buone abitudini, unendo le forze, proprio qui, nella nostra regione?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le iniziative proposte prevedono campagne di sensibilizzazione ai cittadini, promozione e distribuzione di borracce, sostituzione dell'usa e getta con materiale biodegradabile ecc.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma anziché aspettare i (lunghiiiiiissimi) tempi della burocrazia italiana, possiamo iniziare sin da subito a casa nostra: comprare solo piatti e bicchieri bio, sostituire la pellicola alimentare con packaging di origine naturale, acquistare più spesso al negozio leggero, usare cotton fioc e spazzolini in bambù.....</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-3xB-cN8XsEY/XN6jsloLEEI/AAAAAAAAEiM/c8Y6Ltl-Ik0RL4PNec67MMs758OWRZ--gCLcBGAs/s1600/spazzo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="600" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-3xB-cN8XsEY/XN6jsloLEEI/AAAAAAAAEiM/c8Y6Ltl-Ik0RL4PNec67MMs758OWRZ--gCLcBGAs/s200/spazzo.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Spazzolino Tea Natura<br /><br /><br /><br /><br /><br /></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-64693028193601805252019-04-05T11:45:00.003+02:002019-04-05T11:45:27.613+02:00Acqua in ufficio<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
In un periodo di crisi ambientale come questo, trovo che l'idea di installare <a href="http://www.torinoggi.it/2019/04/02/leggi-notizia/argomenti/politica-11/articolo/allanagrafe-centrale-di-torino-la-fontanella-dacqua-gratis.html" target="_blank">fontanelle di acqua negli uffici pubblici</a> sia meritevole!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-OVNbTsSVth8/XKcjoYMoMvI/AAAAAAAAEg4/IecDGXW-ktkYEYwi0D_uyY-GkdWx72JgACLcBGAs/s1600/fonta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-OVNbTsSVth8/XKcjoYMoMvI/AAAAAAAAEg4/IecDGXW-ktkYEYwi0D_uyY-GkdWx72JgACLcBGAs/s320/fonta.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fonte: TorinoOggi, 2 aprile 2019</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Tonnellate di bottigliette di plastica risparmiate. Speriamo che questa abitudine si diffonda!<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-22406978924003333202019-03-15T14:40:00.003+01:002019-03-15T14:41:04.107+01:00Italia Rifiuti Zero!<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Sabato scorso, al Circolo dei Lettori, Rossano Ercolini ha presentato il suo ultimo libro: <b>Rifiuti Zero</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Rossano è un maestro elementare, che con entusiasmo si è lanciato nel mondo della sostenibilità ambientale per sensibilizzare i propri concittadini alla riduzione di rifiuti, promuovendo una vita a spreco zero. Nel 2013 ha ricevuto il Goldman Environment Prize, una sorta di premio Nobel alternativo per l'ambiente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-apnAjIZs_Vw/XIup5Fw08zI/AAAAAAAAEgA/h_QyGhE00xc9W2WqobQY_PfQG5zxuvcVwCLcBGAs/s1600/rifiuti-zero-158728.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="873" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-apnAjIZs_Vw/XIup5Fw08zI/AAAAAAAAEgA/h_QyGhE00xc9W2WqobQY_PfQG5zxuvcVwCLcBGAs/s320/rifiuti-zero-158728.jpg" width="232" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel suo libro vengono presentati, con molta semplicità, i dieci passi per muoversi verso una vita a rifiuti zero, in pratica una rivoluzione ecologica.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per quanto riguarda Torino, storicamente la raccolta differenziata è sempre stata un punto di forza, ma negli ultimi anni, a causa del termovalorizzatore, la percentuale del 42% è rimasta tristemente invariata. Ci vuole una marcia in più e semplici accorgimenti per aumentare questa cifra e dimostrare che dell'inceneritore non ce ne facciamo niente (anzi, ci danneggia!). </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Speriamo che le manifestazioni di oggi, 15 marzo <b>#fridayforfuture</b> diano uno scossone al mondo politico e a tutti i cittadini, rappresentanti di una riprovevole "inciviltà usa e getta" (cit. Ercolini).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-1490878372944952742018-12-16T08:29:00.001+01:002018-12-16T08:29:36.736+01:00Elisa contro lo spreco alimentare<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
L'altro giorno ero al supermercato a fare la spesa e ho trovato sugli scaffali un prodotto già scaduto. La data di scadenza era luglio 2018 e trattandosi di un farinaceo confezionato non ho avuto dubbi sulla commestibilità e bontà del prodotto. (Dedicherò un post al tema delle date di scadenza ma intanto potete leggere qualcosa <a href="https://www.to.camcom.it/35-il-termine-minimo-di-conservazione-e-la-data-di-scadenza" target="_blank">qui</a>). </div>
<div style="text-align: justify;">
Ho chiesto a un commesso se potevo acquistarlo a metà prezzo e mi è stato risposto che per regole aziendali nessun prodotto può uscire dal negozio ad un prezzo inferiore a quello di vendita. Non mi sono trattenuta e l'ho incalzato chiedendo se l'avrebbe buttato via (ovviamente conosco la risposta), e lui, visibilmente imbarazzato, si giustificava dicendo che non prende le decisioni ma rispetta solo le consegne ecc. ecc. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'ho fatto riflettere sull'idiozia, per me inaccettabile, del gettare un prodotto nella spazzatura piuttosto che venderlo a metà prezzo!!! Naturalmente non dipenderà (solo) da lui la scelta, ma io sono contenta di aver piantato un semino di consapevolezza.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-XG5oxhpPZjQ/XBX9UUYOxPI/AAAAAAAAEcc/TgSydzreUg8c5vJzZp7BZFRT9W_ZC6VrACEwYBhgL/s1600/20181216_081353.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="112" src="https://3.bp.blogspot.com/-XG5oxhpPZjQ/XBX9UUYOxPI/AAAAAAAAEcc/TgSydzreUg8c5vJzZp7BZFRT9W_ZC6VrACEwYBhgL/s200/20181216_081353.jpg" width="200" /></a> <a href="https://4.bp.blogspot.com/-zmHEJYym6RU/XBX9UQI4ECI/AAAAAAAAEcg/j8RnO_RLpXYJeMyh_Ga0JDXl_DXr18LmwCEwYBhgL/s1600/20181216_081619.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="900" height="200" src="https://4.bp.blogspot.com/-zmHEJYym6RU/XBX9UQI4ECI/AAAAAAAAEcg/j8RnO_RLpXYJeMyh_Ga0JDXl_DXr18LmwCEwYBhgL/s200/20181216_081619.jpg" width="112" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ed è anche per questo che sto aiutando Refood a prendere piede nella nostra città. Refood è un movimento di volontariato (al 100%) che recupera gli avanzi di cibo per donarli a chi ne ha bisogno. Il cibo è troppo prezioso per essere sprecato! Possiamo fare tanto per salvare il cibo: comprare meno, pianificare meglio, imparare a cucinare senza sprecare, regalarlo a qualcuno che ne ha bisogno, diventare volontari di un'associazione, ma vanno bene anche parrocchie, gruppi autonomi o tu, a piedi, con il tuo baracchino, che vai a offrire un pasto caldo a uno dei barboni dei portici.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se anche solo una foglia di cavolo viene risparmiata alla spazzatura, hai già fatto tanto! Qualsiasi sforzo è utile.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ah! Refood Torino cerca volontari... Venghino signori, venghino!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-Vs9BUvUQdmk/XBX5CZL5FrI/AAAAAAAAEcE/hk02S2b6ZFA8b9Lc1kFmoYRfEavirFVcwCLcBGAs/s1600/Re-food%2Blogo.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="229" data-original-width="595" height="123" src="https://3.bp.blogspot.com/-Vs9BUvUQdmk/XBX5CZL5FrI/AAAAAAAAEcE/hk02S2b6ZFA8b9Lc1kFmoYRfEavirFVcwCLcBGAs/s320/Re-food%2Blogo.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-37759456884920531822018-11-25T15:39:00.000+01:002018-11-25T15:39:43.887+01:00Torino contro lo spreco alimentare<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Porta Palazzo è il più grande mercato a cielo aperto d'Europa. Odori e colori sulle bancarelle e tra la gente, caos, voci e rumori, traffico di auto e di borse della spesa, prodotti di ogni tipo: è un'esperienza indimenticabile! Ma come in tutti i mercati, a metà giornata la piazza è invasa da una montagna di rifiuti.<br />
La città di Torino ha implementato due idee per limitare questo problema. Da un lato la fornitura di cestini privati, grazie anche alla collaborazione con Novamont, agli ambulanti, per un più facile conferimento dell'umido. Dall'altra la distribuzione gratuita di frutta e verdura invenduti a famiglie bisognose: a fine mercato un gruppo di richiedenti asilo (perlopiù africani) si occupa di raccogliere e distribuire questa merce, un circolo virtuoso di mutuo soccorso, integrazione e lotta allo spreco alimentare.<br />
A <a href="https://www.youtube.com/watch?v=2RjRGuU4aAM&feature=youtu.be" target="_blank">questo link</a> potete vedere il video della bellissima iniziativa.<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-qDJmVQFz90A/W_qz3ZdTURI/AAAAAAAAEbY/MHI860U5FF4vDycveef8URdZlMqYtxClgCLcBGAs/s1600/porta%2Bpalazzo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="960" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-qDJmVQFz90A/W_qz3ZdTURI/AAAAAAAAEbY/MHI860U5FF4vDycveef8URdZlMqYtxClgCLcBGAs/s320/porta%2Bpalazzo.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Immagine da "Eco dalle Città"</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Insomma Porta Palazzo, cuore pulsante della città e della sostenibilità sociale e alimentare!<br />
<br />
<br />
<br /></div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-73349660970408542492018-11-02T09:13:00.000+01:002018-11-02T09:13:49.958+01:0012 anni per fermare il disastro<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div>
Ultimamente gira online <a href="http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2018/10/08/onu-quattro-percorsi-per-tenere-riscaldamento-entro-15-c_8cb9bf7e-1e8f-425c-b77a-ab709854f10e.html" target="_blank">un articolo </a>(per la verità diversi articoli, ma la fonte è sempre la stessa) che ci mette in guardia: mancano solo 12 anni prima che gli effetti del riscaldamento globale diventino irreversibili e la temperatura del pianeta si alzi di 1,5 gradi.</div>
<div>
Leggendolo sono rimasta scioccata, 12 anni volano in un soffio, è un po' come guardare con occhi dolci tuo figlio appena nato e ritrovarsi, un attimo dopo, a comprargli un cellulare. Non ti accorgi neanche degli anni che sono passati. Possibile che in così poco tempo potremmo andare incontro al disastro? </div>
<div>
La buona notizia è che possiamo fare qualcosa. 12 anni sono abbastanza per mettere in atto, poco per volta, piccoli grandi cambiamenti nella nostra vita, accorgimenti che ci permettono di non modificare troppo il nostro stile di vita, ma di salvare un ecosistema. </div>
<div>
Non mi stancherò mai di ripetere che come consumatori abbiamo un potere enorme, quello di condizionare le scelte dei produttori: se nessuno (o almeno se la maggior parte di noi sceglie di non farlo) compra più prodotti usa e getta in plastica, le grandi aziende saranno obbligate a cambiare direzione a produrre qualcosa di nuovo; se decidiamo di non acquistare prodotti confezionati con imballaggi enormi, prima o poi i produttori dovranno adeguarsi.</div>
<div>
Il riciclaggio funziona ma fino a un certo punto, laddove possibile va prediletto il lavabile rispetto al riciclabile o addirittura comprare sfuso. (E non iniziamo con la scusa che non ci sono abbastanza negozi o negozianti leggeri, ormai le opzioni sono numerose e sono ben disponibile a darvi consigli in merito). D'altronde il miglior rifiuto è quello non prodotto.</div>
<div>
E poi limitare l'uso dell'automobile, limitare l'acquisto di carne, comprare locale, opporsi alle grandi opere inutili e alla cementificazione indiscriminata, che poi, combinata ai cambiamenti climatici, ha gli effetti devastanti che vediamo proprio in questi giorni (alluvioni, frane, crolli ecc.).</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<i>E quando i nostri figli tra 12 anni ci chiederanno: “Papà, mamma, voi cosa avete fatto, per fermare i riscaldamenti climatici? Avete smesso di comprare la carne di allevamento industriale? Avete mangiato cibo locale? Avete camminato e pedalato piuttosto che usare l’auto? Avete scelto di non cementificare la terra fertile? Avete optato per energia pulita, avete rifiutato la plastica usa e getta?”, noi allora diremo loro: “No, figlio mio, non abbiamo voluto privarvi di nessuna comodità“.</i></div>
<div>
Linda Maggiori, blogger del <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/28/cambiamento-climatico-ci-restano-12-anni-per-fermarlo-cosa-fare-per-evitare-il-disastro/4722060/?fbclid=IwAR2p59-l9M6cUIKobQy3L-wKO1B79plhneK13LQg5G-3XO_RbxpCSzukUrg" target="_blank">Fatto Quotidiano</a>.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Personalmente, tra 12 anni, spero di guardare in faccia mia figlia e dirle: "Amo questo pianeta e ho fatto tutto il possibile per salvarlo". E spero che lei deciderà di impegnarsi a fare lo stesso.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
</div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-39157142200568964912018-10-16T13:36:00.001+02:002018-10-16T13:36:19.439+02:00L'Italia volta le spalle al riscaldamento globale<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Ho trovato <a href="https://www.linkiesta.it/it/article/2018/10/09/riscaldamento-globale-indifferenza-totale-i-dati-sono-catastrofici-ma-/39685/" target="_blank">questo articolo</a> inquietante: il report dell’Ipcc, il Panel Intergovernamentale sui Cambiamenti Climatici, parla chiaro. Abbiamo pochissimi anni per evitare un disastro globale.<br />
<br />
Ma all'Italia non interessa granché...<br />
<br />Nel 2015 è stata stabilita la soglia massima del riscaldamento medio del pianeta a 2°C, con l’impegno da parte di quasi 200 paesi, ad abbassare tale obiettivo a 1,5°C.<div>
L'aumento della temperatura, della terra, così del corpo umano, comporta conseguenze catastrofiche: si pensi ad esempio a quando si ha la febbre a 39° rispetto a una temperatura media di 36,8-37°, con la differenza che nell'uomo questa temperatura tornerà poi a livelli normali, mentre per il pianeta non ci sono possibilità di ritorno. Una volta raggiunta quella soglia la situazione sarà probabilmente irreversibile.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-7zIZelnMSl8/W8XMhA-D6JI/AAAAAAAAEYk/XAVWKuXNBMYAQKw_Bb_gRI1ZZe9SBm3TgCLcBGAs/s1600/nasa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="390" data-original-width="600" height="260" src="https://3.bp.blogspot.com/-7zIZelnMSl8/W8XMhA-D6JI/AAAAAAAAEYk/XAVWKuXNBMYAQKw_Bb_gRI1ZZe9SBm3TgCLcBGAs/s400/nasa.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">nasa.org</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Ma tutto questo in Italia non fa notizia, i governi non intervengono, i giornali non ne parlano, qualche gruppo ambientalista si promuove sui social network. Ma come cittadini abbiamo un potere enorme: possiamo scegliere cosa acquistare e dove per condizionare i produttori, possiamo scegliere se e quanti rifiuti produrre, possiamo limitare alcuni comportamenti come l'utilizzo dell'automobile, possiamo diffondere buone abitudini.<br />
Il contributo di ogni singolo individuo conta. E avrà un effetto sulle generazioni future.<br />
<br />
<br />
Grazie a @emanuelebompan per le sue parole!<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
</div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-76394723453437143352018-09-25T11:39:00.000+02:002018-09-25T11:39:53.097+02:00<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: center;">
"Noi siamo il risultato di quello che facciamo continuativamente. Perciò ogni grande impresa è compiuta non da un atto ma da abitudini" (Aristotele).</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
Non sono (solo) le grandi azioni a cambiare il mondo, ma i nostri piccoli gesti quotidiani.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-elwHb9aulVs/W6oB9F1UkxI/AAAAAAAAEXw/jQB6IK0QHcE8fK30HYTg13edfXiXT1SqwCLcBGAs/s1600/Fotolia_3837819_Subscription_L.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="340" data-original-width="650" height="167" src="https://4.bp.blogspot.com/-elwHb9aulVs/W6oB9F1UkxI/AAAAAAAAEXw/jQB6IK0QHcE8fK30HYTg13edfXiXT1SqwCLcBGAs/s320/Fotolia_3837819_Subscription_L.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;">Fonte: utilidad.com</span></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<br /></div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-79560713651656205812018-09-06T12:37:00.002+02:002018-09-20T22:31:07.364+02:00 Attenti al lupo!... E ai media!<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<div style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;">
<div class="clear" style="background-color: white; border: 0px; clear: both; color: #666666; font-family: Titillium, Arial, sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; height: 0px; line-height: inherit; margin: 0px; overflow: hidden; padding: 0px; text-align: start; vertical-align: baseline; visibility: hidden; width: 0px;">
</div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Squali e lupi fanno meno morti dell'inquinamento, ma più paura.<br />
Perché la comunicazione mediatica, negli anni, ci ha convinto che è così. E ha deciso di tralasciare problemi (reali) troppo scottanti da gestire.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quindi, eccoci qui, a raccontare favole di lupi ferocissimi e a storcere il naso di fronte alla raccolta differenziata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Qui sotto trovate un articolo appassionato di Rolando Cervi. Spero che la sua lettura vi ispiri tanto quanto me.</div>
<br /><br /><b><a href="http://www.envi.info/blog/2018/04/23/la-paura-del-lupo-e-la-guerra-che-stiamo-perdendo/" target="_blank">La paura del lupo e la guerra che stiamo perdendo</a></b><br /><span style="font-size: x-small;">di envi.info · 23 aprile 2018</span><div>
<span style="font-size: x-small;"><br /></span></div>
<div>
La seconda guerra mondiale ha portato via circa 470 mila italiani, poco più di 90mila per anno di conflitto. Lo stesso numero di vittime mietuto in Italia dall’<a href="http://www.repubblica.it/ambiente/2017/09/29/news/smog_l_italia_maglia_nera_in_europa_90mila_morti_l_anno-176866776/">inquinamento</a>. Di diverso ordine di grandezza, ma pur sempre impressionanti, i circa 3200 morti l’anno per <a href="http://www.ansa.it/canale_motori/notizie/postit/Ancma_Eicma/2017/11/09/-incidenti-stradali-nel-2017-piu-morti-su-motocalo-ciclisti-_b0572386-3cb7-4447-9ee7-1f51bc916e3a.html">incidenti stradali</a>. Eppure, quando queste cifre spaventose vengono pubblicate, ben difficilmente sono tra le news più lette dei siti di informazione o tra i trending topics dei social media. Sono notizie che non riempiono i giornali, non animano i talk show, non scatenano interrogazioni parlamentari. Sembra proprio che non turbino il sonno dei cittadini, né della classe dirigente che se ne dovrebbe fare carico, come se questo enorme costo umano, sociale ed economico, fosse un tributo inevitabile da sacrificare ai totem del progresso e della crescita del PIL.<br /><br />Per contro, ci sono fenomeni che, a fronte di una pericolosità piuttosto bassa, in qualche caso prossima allo zero, suscitano allarme sociale, eco mediatica e speculazioni politiche davvero sorprendenti. Gli esempi sono molti, in ogni ambito della nostra vita, ma qui ci concentreremo sull’aspetto della convivenza con gli elementi naturali.<br /><br /><img height="212" src="http://www.envi.info/wp-content/uploads/2018/04/park-e-ciminiera.jpg" width="320" /><br /><br />A metà degli anni ’70 Steven Spielberg ha inventato un filone cinematografico con “lo squalo”, stampando come killer nel nostro immaginario una specie che, in tutto il pianeta, causa mediamente meno di dieci morti l’anno. Tornando in Italia, è stato recentemente promosso dalle pagine dei libri di fiabe a quelle dei giornali il lupo, un predatore ferocissimo di cui non è documentato un solo attacco all’uomo negli ultimi 200 anni. Eppure, sull’opportunità di ammazzare a fucilate una parte degli esemplari presenti in Italia, l’opinione pubblica si divide, la politica specula senza vergogna, la stampa spara titoloni sensazionalistici.<br /><br />Su alcuni aspetti della nostra quotidianità ci comportiamo come una società molto laica e razionale: abbiamo ben presente che le attività umane comportano dei rischi, e che questi possono e devono essere ridotti, ma che è non è realistico pensare di portarli a zero. Su altri, tra cui la convivenza con la natura, siamo preda di un autentico delirio securitario, che ci spinge a reagire istericamente alla sola ipotesi di un possibile danno.<br /><br />Ci siamo illusi che la scienza e la tecnologia, la cui evoluzione negli ultimi due secoli è stata davvero formidabile, abbiano messo definitivamente la museruola al resto del creato, sterilizzandolo e mettendolo al nostro servizio, per essere depredato delle sue risorse senza bisogno di farsi troppe domande. Invece la drammatica emergenza ambientale e climatica che stiamo vivendo ci chiama ad una nuova quanto antica consapevolezza: siamo parte di questo pianeta, al quale apparteniamo al pari delle altre forme di vita che lo abitano, e l’unico modo che abbiamo di garantire la perpetuazione della nostra specie è quello di ricreare un minimo di armonia ed equilibrio. Non perché è giusto, ma perché è semplicemente l’unica opzione che abbiamo.</div>
<div>
<br />Rolando Cervi</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
</div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-72148736739529045382017-10-20T10:26:00.002+02:002017-10-20T10:26:49.404+02:00Tovagliolino da bar, ma a che mi servi?<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Qualche tempo fa è uscito sul Fatto Quotidiano un simpatico articolo di Luca Sommi "Il tovagliolino da bar, l'inutilità alle estreme conseguenze" (5 giugno 2017).<br />
Ho sempre pensato a quanto fosse inutile quel micropezzetto di carta rigido e finalmente qualcuno trova le parole giuste per comunicarlo al mondo:<br />
<span style="font-size: x-small;"><br /></span>
<span style="font-size: x-small;">Troppo piccoli, rigidi, fatti di una
carta miserrima – spesso
con la marca del caffè stampata
sopra – non asciugano,
non puliscono, non assorbono
e sono troppo ostili anche
solo per soffiarsi il naso: sono
i meschini tovagliolini di carta
che troviamo sui banconi
dei bar, ossia l’inutilità portata
alle estreme conseguenze.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-0bAEb3Be8G0/WemzNFH5BGI/AAAAAAAABT0/cQsdCOMz1LoVPdG1rKhyCa8EtXwm5j9HwCLcBGAs/s1600/20170613_125050.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1084" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-0bAEb3Be8G0/WemzNFH5BGI/AAAAAAAABT0/cQsdCOMz1LoVPdG1rKhyCa8EtXwm5j9HwCLcBGAs/s320/20170613_125050.jpg" width="216" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<br />
Il giornalista deduce che probabilmente alla scarsa qualità del tovagliolino consegue la scarsa qualità del cibo offerto al bar. <a href="http://www.marsilioeditori.it/media/rassegna_stampa/fqu176053172708.pdf" target="_blank">Qui</a> trovate l'articolo completo.<br />
Io invece penso alle conseguenze ambientali di questi piccoli criminali: nel tentativo, perfettamente inutile, di pulirci meglio mani e bocca o di asciugare qualche goccia sul tavolo, ne usiamo una quantità spropositata, quindi montagne di tovagliolini finiscono nell'indifferenziato.<br />
Come cittadini possiamo scegliere di evitare i bar che forniscono solo tovagliolini di questo tipo. Sì, anche gli altri tovaglioli finiranno nell'indifferenziato, ma essendo, si spera, più efficaci ce ne faremo bastare uno. E poi capiremo che in quel bar ci tengono al cliente e all'ambiente.<br />
<br />
Lanciamo un appello ai baristi di Torino: vi chiediamo di sostituire tutti i vostri inutili tovagliolini rigidi con dei normalissimi tovaglioli, magari di carta riciclata... tanto per pulirci la bocca non abbiamo bisogno di pura cellulosa ;-)<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
</div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-51829106311218374882017-10-16T14:50:00.000+02:002017-10-16T14:50:27.716+02:00Ecomori<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Sapevate che Porta Palazzo è il mercato a cielo aperto più grande d'Europa?<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-0yPZP2F6Is0/WeSoi4PGCTI/AAAAAAAABSw/M6kfZMiHNlMiZ5-J9Hl7YQFcF3ARK89NwCLcBGAs/s1600/porta%2Bpa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="294" data-original-width="728" height="161" src="https://1.bp.blogspot.com/-0yPZP2F6Is0/WeSoi4PGCTI/AAAAAAAABSw/M6kfZMiHNlMiZ5-J9Hl7YQFcF3ARK89NwCLcBGAs/s400/porta%2Bpa.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fonte web</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Riuscite a immaginare quante tonnellate di cibo fresco e imballaggi vengano sprecate ogni giorno?<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-JawrW80K4Dw/WeSomRnXQ7I/AAAAAAAABS0/qjWEewBhVEMJUtw2p_16dFp3u-eaZkNQACLcBGAs/s1600/porta%2Bpalazzo%2Bspreco.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1125" data-original-width="1500" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-JawrW80K4Dw/WeSomRnXQ7I/AAAAAAAABS0/qjWEewBhVEMJUtw2p_16dFp3u-eaZkNQACLcBGAs/s320/porta%2Bpalazzo%2Bspreco.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fonte Eco dalle Città</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Da qualche mese è arrivata la soluzione: si chiamano <b>Ecomori</b>, sono un gruppo di profughi, ospiti della città di Torino che, a titolo volontario, ogni giorno a fine mercato raccolgono gli avanzi di frutta e verdura fresca, abbandonata perché non abbastanza bella da vendere (ma non gettata nella spazzatura), ma ancora perfettamente commestibile. Allestiscono una bancarella di fronte alla fermata del tram e la regalano a chi passa di lì, a chi ne ha bisogno o a chi condivide questa filosofia antispreco. </div>
<div style="text-align: justify;">
Oltre ai vantaggi ambientali, questa iniziativa ha un notevole impatto sociale: questi ragazzi si sentono utili, integrati nella comunità e i cittadini si fidano di loro. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A questo <a href="http://torino.repubblica.it/cronaca/2017/08/16/news/torino_profughi_arruolati_contro_lo_spreco_del_cibo_ecco_gli_ecomori_di_porta_palazzo-173142621/" target="_blank">link </a>trovate altre informazioni. </div>
<div style="text-align: justify;">
Speriamo che altre città avviino un progetto simile, io nel frattempo andrò a curiosare tra le bancarelle degli Ecomori. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<br /></div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-54400687843486702822017-09-28T17:00:00.003+02:002017-09-28T17:00:50.091+02:00Cifre da urlo!<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Ecologicalmente vuole suggerire buone pratiche ambientali e incoraggiare a una maggiore sostenibilità nel quotidiano. Tuttavia ogni tanto è bene fare un bagno di realismo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quindi ecco qualche numero tratto dal report "Growth within: a circular economy vision for a competitive Europe" del McKinsey Center for Business and Environment in collaborazione con Ellen MacArthur Foundation e Stiftungsfonds für Umweltökonomie und Nachhaltigkeit (SUN). Sono numeri relativi a qualche anno fa, ma ci danno un'idea.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel 2012 l'europeo medio ha usato 16 tonnellate di materiali. 60% dei materiali gettati sono finiti in discarica o termovalorizzati, mentre solo il 40% è stato riciclato o riutilizzato. In termini di valore, l'Europa ha perso il 95% del valore di materiali ed energia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche il riciclaggio di acciaio, PET e carta, ha perso 30-75% del valore nel ciclo di primo utilizzo. In media l'Europa usa i materiali una sola volta. </div>
<div style="text-align: justify;">
L'analisi ha rilevato anche uno spreco significativo in settori che considereremmo maturi e ottimizzati. Per esempio, l'automobile di un europeo medio rimane parcheggiata il 92% del tempo e il 31% del cibo viene sprecato sulla catena del valore. I cicli di utilizzo sono brevi. I manufatti durano in media solo 9 anni (eccetto gli edifici). In totale, per i settori mobilità, cibo ed edificazione (case e spazi lavorativi), <b>questo modo di produrre e utilizzare prodotti e risorse costa all'Europa €7,2 trilioni ogni anno</b>, di cui €1,8 trilioni per le risorse, €3,4 trilioni per tutte le spese private e governative legate ai tre settori (esclusi i costi delle risorse primarie), e €2 trilioni per esternalità negative quali inquinamento, rumore, traffico stradale, Co2 ecc.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-rmlXpU-XLxM/Wc0MFEFovuI/AAAAAAAABQ8/VstAEphcZoIKum5UvpUUCo1Tid7L2dMXQCLcBGAs/s1600/euro-870757_1920.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-rmlXpU-XLxM/Wc0MFEFovuI/AAAAAAAABQ8/VstAEphcZoIKum5UvpUUCo1Tid7L2dMXQCLcBGAs/s320/euro-870757_1920.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A parte il fatto che un semplice cittadino fatica a capire quanti sono 7 trilioni (!!!!!), direi che è il caso di invertire questo trend, se non per amor del pianeta, almeno per preservare le nostre tasche!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-57266197246265562012017-09-11T16:54:00.000+02:002017-09-11T16:54:08.416+02:00Doggie bag<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Ai tempi degli antichi Romani, gli invitati a cena usavano portare, in taverna o a casa del proprio ospite, il proprio tovagliolo per pulirsi la bocca tra una portata e l'altra, al fine di non offendere gli altri commensali. A partire dal 6. secolo a.C. i tovaglioli iniziarono ad essere usati anche per impacchettare avanzi di cibo da portare a casa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-Qz6mOZUruDA/VysSEQz1WzI/AAAAAAAAA3U/Dmp86T-AoJMxhSKsTIc9SE04bWeFxRjNQCLcB/s1600/romani.jpg"><img border="0" src="https://2.bp.blogspot.com/-Qz6mOZUruDA/VysSEQz1WzI/AAAAAAAAA3U/Dmp86T-AoJMxhSKsTIc9SE04bWeFxRjNQCLcB/s320/romani.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Questa tradizione si ritrova a partire dagli anni '40 negli Stati Uniti: con la carenza di cibo dovuta alla Seconda Guerra Mondiale, nessuno spreco alimentare era consentito, e chi possedeva animali era incoraggiato a recuperare qualsiasi avanzo per nutrirli. Nel 1943 divenne una vera e propria abitudine promossa inizialmente da un bar di San Francisco in un'iniziativa contro la crudeltà sugli animali, e poi velocemente diffusa in diverse città e locali pubblici. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poco per volta la gente iniziò a richiedere la doggie bag per sé e oggi negli Stati Uniti è una abitudine quotidiana (in alcuni posti non è neanche necessario richiederla).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-piIxKde0jDo/VysUAwNEhfI/AAAAAAAAA3g/b_MZ-tXqsT8iWdLM41HMlN6vEhDxhvj8ACLcB/s1600/doggie.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-piIxKde0jDo/VysUAwNEhfI/AAAAAAAAA3g/b_MZ-tXqsT8iWdLM41HMlN6vEhDxhvj8ACLcB/s320/doggie.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">By Jesse Rhodes, Smithsonian.com</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In Francia la doggie bag è diventata obbligatoria da un paio di anni. Una rivoluzione anti-spreco! In Italia invece ci vergogniamo di chiederla (troppo pigri? Troppo snob?), ma per fortuna arriva una soluzione dal Conai: contenitori in materiale riciclato comodi e stilosi, da trasportare con orgoglio all'uscita dal ristorante.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-A0tS_fOnkDg/VysY9CT_sJI/AAAAAAAAA3w/LbjRdLtEhNoFnyZrygzf7aRDbtlK4sqaQCLcB/s1600/family.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="226" src="https://4.bp.blogspot.com/-A0tS_fOnkDg/VysY9CT_sJI/AAAAAAAAA3w/LbjRdLtEhNoFnyZrygzf7aRDbtlK4sqaQCLcB/s320/family.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.conai.org/notizie/presentato-il-progetto-family-bag" target="_blank">Qui</a> trovate la descrizione del progetto, che speriamo trovi grande diffusione in tutti i locali della penisola. Ma comunque anche senza un'elegante family bag, è nostro diritto richiedere il cibo avanzato... ed è un diritto del pianeta! </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-22720263725794062762017-09-11T16:52:00.000+02:002017-09-11T16:52:22.606+02:00Da giocattolo a rifiuto!<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Quando acquisto un regalo per un bambino, oltre a chiedermi se gli piacerà e se il prezzo è adeguato, penso anche a quanto tempo rimarrà nella sua vita. La maggior parte delle volte si tratta di giocattoli che lo intrattengono per pochi mesi, perché con la crescita la sua attenzione si sposterà da un'altra parte. E il peggio è che, solitamente, i bambini di oggi ricevono talmente tanti regali che neanche si accorgono di tutto ciò che hanno: ne deriva una casa piena di oggetti inutili, o peggio ancora, di rifiuti! Orrore!<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sappiamo che il problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani ha raggiunto dimensioni che richiedono importanti ed urgenti riflessioni da parte di tutti noi. In particolare una possibile soluzione consiste nella prevenzione: evitare il rifiuto.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-uqgzBg48jtU/U7WoiQiulCI/AAAAAAAAAew/2mZkOHuz-9E/s1600/Rifiuti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://4.bp.blogspot.com/-uqgzBg48jtU/U7WoiQiulCI/AAAAAAAAAew/2mZkOHuz-9E/s1600/Rifiuti.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Questo è valido a tutti i livelli, non solo nella gestione dei bambini. </div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ogni volta che acquistiamo un oggetto, stiamo acquistando un rifiuto</b>. Nella scelta dei prodotti dobbiamo tenere conto anche del loro impatto ambientale e così possiamo diminuire significativamente la quantità di rifiuti che poi dovremo smaltire. Ogni volta che vogliamo acquistare qualcosa, chiediamoci se è per soddisfare un bisogno reale o per un bisogno indotto dalla pubblicità. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-q4drCk_HQCc/VyDPND1w_MI/AAAAAAAAA2g/njg55_LdH5kzTvr1iySm2tId8xQ5NYMGgCLcB/s1600/zoom_rigiochiamo_07.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-q4drCk_HQCc/VyDPND1w_MI/AAAAAAAAA2g/njg55_LdH5kzTvr1iySm2tId8xQ5NYMGgCLcB/s320/zoom_rigiochiamo_07.jpg" width="320" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel caso dei giocattoli, la maggior parte sono in plastica dura (quindi non riciclabile) e funzionano a pile, una combinazione distruttiva!<br />
Se proprio siamo convinti di acquistarne uno di questo tipo, teniamo in considerazione la possibilità che duri negli anni, cioè che sia un <b>giocattolo adattabile alle diverse età del bambino</b> e non limitato ai prossimi 2 mesi (quando va bene!). Inoltre, una volta dismessi, esistono negozi ed associazioni che accettano giocattoli usati per destinarli a bimbi meno fortunati.<br />
<br />
Insomma, non lasciamo che il gioco diventi un'eredità ingombrante per i nostri figli e nipoti, ma che sia una reale <b>occasione di crescita e di scoperta del mondo</b>. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
Vi consiglio due posti a Torino in cui acquistare regali super!<br />
Il primo è un vero e proprio negozio di giocattoli<br />
Tre civette sul comò, via Nizza 131 - <a href="http://www.3civette.com/">http://www.3civette.com/</a><br />
<br />
Il secondo è una libreria, ma che dico? molto più di una libreria<br />
Bufò, libreria per giovani menti, via Monginero 187/a - <a href="http://www.libreriabufo.it/">http://www.libreriabufo.it/</a><br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-84563393737349845582016-12-23T10:30:00.002+01:002016-12-23T10:30:36.815+01:00Pratiche virtuose<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Questa iniziativa merita davvero di essere pubblicizzata: una ferramenta storica di Torino premia chi arriva con i mezzi pubblici o in bici (<a href="http://www.drovetti.com/" target="_blank">Drovetti</a> in via Maria Vittoria 31).<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-GAEwjlmEoEA/WFzmbIabO7I/AAAAAAAABEc/gGIackcbNOEVqc17ttV5OSjz_D6rJ1rlgCLcB/s1600/20161223_085158.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-GAEwjlmEoEA/WFzmbIabO7I/AAAAAAAABEc/gGIackcbNOEVqc17ttV5OSjz_D6rJ1rlgCLcB/s320/20161223_085158.jpg" width="227" /></a></div>
<br />
Buona pubblicità a buone pratiche a sostegno dell'ambiente. Complimenti!<br />
<br />
<br />
<br /></div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7419009096211195561.post-5225877219081164692016-06-15T10:04:00.006+02:002016-06-15T10:04:50.241+02:00Più mozzichini per tutti<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Le cicche per terra sono segno di inciviltà, maleducazione e menefreghismo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ci mettono almeno un paio d'anni a degradarsi. Se ne trovano tantissime per le strade delle città, con grande concentrazione intorno alle fermate degli autobus (sebbene di solito ci sia anche un cestino vicino alle fermate). Alcune finiscono nei tombini, col rischio di intasarli, altre vengono raccolte dai pazienti netturbini.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-_uRD4e5sD28/V2EJ0bhd4zI/AAAAAAAAA_8/gRFSiubDLDsCr3MbGp8vORAuzACjXMWQQCLcB/s1600/20160615_092205.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-_uRD4e5sD28/V2EJ0bhd4zI/AAAAAAAAA_8/gRFSiubDLDsCr3MbGp8vORAuzACjXMWQQCLcB/s320/20160615_092205.jpg" width="180" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La città di Torino dice basta ai mozziconi per terra! E regala un simpatico gadget da portarsi dietro per raccogliere cenere e cicche. Ideale anche in spiaggia (se proprio non potete fare a meno di fumare anche lì!), visto che spesso le sigarette spente finiscono in mare con conseguenze devastanti per la fauna marina. </div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.diarioditorino.it/torino/articolo/?nid=20160611_383996" target="_blank">Qui</a> trovate le indicazioni per averne uno.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-K4M6zqTt3ks/V2ELTZ5cwXI/AAAAAAAABAI/x15Env7O85oNSm1rF2eI7o5Yy7zouwLVACLcB/s1600/mozzi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="166" src="https://3.bp.blogspot.com/-K4M6zqTt3ks/V2ELTZ5cwXI/AAAAAAAABAI/x15Env7O85oNSm1rF2eI7o5Yy7zouwLVACLcB/s320/mozzi.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ah! Ricordate di svuotarlo poi nell'indifferenziato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
Elisahttp://www.blogger.com/profile/08500169309201736497noreply@blogger.com0