Si
vedono ormai di frequente persone (non solo stranieri) che rovistano nei
cassonetti e cestini della spazzatura in cerca di qualcosa, oggetti da
rivendere o da riusare ma soprattutto cibo.
In
Italia si butta via più cibo di quello che si mangia: ogni giorno circa 4 mila
tonnellate di alimenti finiscono tra i rifiuti (in un anno 6
milioni di tonnellate). È assurdo perché ci sono persone che non ne hanno a
sufficienza. Ma soprattutto è assurdo perché sono vivande ancora commestibili.
Però
il mercato non le vuole più: non sono in uno stato accettabile per essere
esposte sugli scaffali dei negozi, la data di scadenza è troppo vicina (i beni
che durano solo pochi giorni non vengono comprati dai consumatori, quindi i commercianti
mettono sugli scaffali cibi appena arrivati per fare più profitti) e non
rispondono ai canoni estetici imposti dalla grande distribuzione: quasi la metà
dei vegetali prodotti sono scartati ancora prima di essere venduti all’ingrosso
perché storti o troppo grandi o piccoli.
I
film Taste the waste (http://www.tastethewaste.com/info/film)
e Dive! Living off America’s waste (www.divethefilm.com)
mostrano dati e immagini impressionanti. Guardate subito i trailer per farvi un’idea.
Se dimezzassimo lo spreco di cibo l’impatto sui gas serra sarebbe equivalente
al togliere tutte le auto dalle strade del pianeta. Chi lavora nei supermercati
rischia il licenziamento, se viene sorpreso a recuperare cibo avanzato a fine
giornata e destinato al cassonetto.
Per
fortuna si sta diffondendo sensibilità su questo tema e la gente ha iniziato a
darsi da fare per cambiare abitudini. Sapevate che esiste un movimento di
persone che si nutrono esclusivamente di scarti alimentari? Sono i freegan. E qui
in Italia è stato fondato il Last Minute Market (www.lastminutemarket.it), spin-off
dell’Università di Bologna per il recupero sostenibile di beni alimentari.
Qualche
consiglio per contribuire a ridurre gli sprechi:
-
quando facciamo la spesa al supermercato, cerchiamo il banco dei prodotti in
scadenza, ancora perfettamente commestibili e più economici;
-
evitiamo di acquistare il superfluo, confezioni troppo grandi per il nostro
nucleo famigliare o per il congelatore;
- privilegiamo
i ristoranti che lasciano la doggy bag (un pacchetto con i nostri
avanzi) oppure che fanno pagare un sovrapprezzo per il cibo rimasto nel piatto a
fine cena;
-
informiamoci e facciamo sentire la nostra voce, internet è una grande risorsa
da questo punto di vista.
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